Violenza Digitale: L'Arancione di UN Women Accende i Riflettori con la Campagna #NoExcuse

Dal 25 novembre al 10 dicembre, il mondo si tinge di arancione. È la campagna "UNiTE" di UN Women, che quest'anno lancia un grido potente contro la violenza digitale di genere. Un fenomeno in crescita esponenziale, che trova terreno fertile nell'anonimato della rete e nell'avanzata dell'intelligenza artificiale. Con l'hashtag #NoExcuse, l'iniziativa globale ci invita a non avere "nessuna scusa" e a diventare parte attiva del cambiamento.
La notizia

Un Futuro Arancione Contro la Violenza Online: Parte la Campagna "UNiTE"

Ciao a tutti! Oggi parliamo di un argomento super importante, che ci tocca da vicino ogni volta che apriamo i nostri smartphone o computer. Avete mai pensato a quanto il mondo digitale possa essere un posto difficile, a volte persino pericoloso? Ecco, proprio per questo, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, è partita un'iniziativa globale potentissima: la campagna "UNiTE - 16 giorni di attivismo" promossa da UN Women. Fino al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, vedremo il mondo tingersi di arancione, un colore scelto per simboleggiare un futuro più luminoso e libero dalla violenza. E il focus di quest'anno è un nemico invisibile ma incredibilmente dannoso: la violenza digitale.

Anche UN Women Italy, il comitato italiano dell'ente delle Nazioni Unite, è in prima linea con lo slogan chiarissimo: "Nessuna scusa" per la violenza che si consuma online, accompagnato dall'hashtag #NoExcuse. Un invito a non girarsi dall'altra parte, a non minimizzare, a non trovare giustificazioni per un fenomeno che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti.

I Numeri di un'Emergenza Silenziosa

Forse vi starete chiedendo: "Ma è davvero un problema così grande?". Purtroppo, i dati parlano chiaro e sono a dir poco allarmanti. Pensate che nell'Unione Europea si stima che 1 donna su 10 abbia subito molestie online. E l'avvento di nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale, ha gettato benzina sul fuoco. L'IA, infatti, non solo ha amplificato forme di violenza "tradizionali" come minacce e stalking, ma ne ha create di nuove e insidiose. Parliamo di:

  • Cyberstalking e molestie online: persecuzioni costanti che generano ansia e paura.
  • Deepfake pornografici: la creazione di video o immagini false a contenuto sessuale, dove il volto della vittima viene montato sul corpo di un'altra persona. Pensate che oltre il 90% dei deepfake che circolano in rete sono proprio di questo tipo e coinvolgono donne senza il loro consenso.
  • Revenge porn: la condivisione non consensuale di immagini o video intimi.
  • Sextortion: vere e proprie estorsioni a sfondo sessuale.

Questi non sono "scherzi" o "ragazzate". Come sottolinea UN Women, la violenza digitale è violenza reale. Non rimane confinata nello schermo di un telefono, ma ha conseguenze devastanti sulla vita delle persone: impatti psicologici, fisici, economici e professionali. L'abuso online può portare a paura, silenzio, autoisolamento e, nei casi più estremi, può sfociare in violenza fisica e femminicidio.

Un Problema Globale che non si Ferma

Mentre la violenza digitale dilaga, quella fisica purtroppo non accenna a diminuire. I dati sui femminicidi nel mondo sono una ferita aperta. Nel 2024, le vittime sono state circa 50.000, ovvero 137 al giorno, una ogni dieci minuti. Un dato terribile, sostanzialmente in linea con quello dell'anno precedente, che ci dice quanto la strada sia ancora lunga. La maggior incidenza si registra in Africa, con circa 22.600 casi, mentre l'Europa, pur essendo all'ultimo posto, conta comunque 2.100 vittime.

Cosa Possiamo Fare? L'Appello a Governi, Aziende e a Tutti Noi

Di fronte a questo scenario, cosa si può fare? La campagna di UN Women non è solo una denuncia, ma una vera e propria chiamata all'azione rivolta a tutti. Come spiega l'avvocata Katja Besseghini, consigliera di amministrazione di UN Women Italy, le leggi da sole non bastano. Certo, servono normative "all'altezza di un fenomeno nuovo e in continua evoluzione", ma è fondamentale anche fornire un supporto immediato alle vittime per contenere gli effetti devastanti di questi abusi.

Un ruolo cruciale ce l'hanno le aziende tecnologiche. È ora che le piattaforme social smettano di essere "zone franche senza regole e diritti". Devono assumersi le loro responsabilità, moderando i contenuti e proteggendo gli utenti.

Ma il cambiamento più grande, quello più profondo, deve partire da noi, dalla nostra cultura. La presidente di UN Women Italy, Darya Majidi, lo sottolinea con forza: "Per costruire un futuro libero dalla violenza, anche quella digitale, è fondamentale che proprio gli uomini si assumano la responsabilità di cambiare la cultura, contrastare gli abusi e diventare parte attiva della soluzione". È un invito a superare pregiudizi e stereotipi tossici, che sono il vero terreno di coltura per ogni forma di violenza di genere.

Conclusione: Un Impegno Quotidiano che Va Oltre i 16 Giorni

I 16 giorni di attivismo sono un momento potentissimo per accendere i riflettori, per parlarne, per sentirci tutti parte di un movimento globale. Ma la lotta alla violenza digitale e di genere non può durare solo 16 giorni. Deve essere un impegno quotidiano, fatto di piccole e grandi azioni. Significa educare i più giovani a un uso consapevole e rispettoso della tecnologia. Significa non condividere contenuti che possono ledere la dignità di una persona. Significa segnalare gli abusi e sostenere chi ne è vittima. Significa, come uomini, essere i primi a dire "basta" a una battuta sessista o a un commento denigratorio. La tecnologia è uno strumento meraviglioso, che ci connette e ci apre mondi. Sta a noi fare in modo che sia uno spazio di crescita e di empowerment per tutti, e non una prigione digitale per nessuna. Partecipiamo, coloriamo il mondo di arancione e ricordiamoci sempre: #NoExcuse.