Tim Berners-Lee lancia l'allarme: "Il Web non è più libero, serve un CERN per l'Intelligenza Artificiale per riprendercelo"

Tim Berners-Lee, l'inventore del World Wide Web, lancia un grido d'allarme: il web ha perso la sua libertà, dominato da monopoli che sfruttano i nostri dati. La sua proposta? Creare un'organizzazione no-profit internazionale, simile al CERN, per guidare la ricerca sull'IA e garantire che questa nuova rivoluzione sia davvero per tutti, restituendo il potere agli individui.
La notizia

Chi l'avrebbe mai detto? L'uomo che ci ha regalato il World Wide Web, l'universo di informazioni e connessioni che usiamo ogni giorno, oggi ci guarda negli occhi e ci dice, senza mezzi termini: "Il web non è più libero". E fa male sentirselo dire, soprattutto da lui, Sir Tim Berners-Lee, l'informatico che oltre 35 anni fa, dai laboratori del CERN di Ginevra, ha dato vita a un sogno di condivisione globale, rendendolo poi accessibile a tutti, gratuitamente.

Il suo non è il lamento nostalgico di un inventore che non riconosce più la sua creatura. È un appello accorato, un campanello d'allarme che suona forte e chiaro in un'epoca dominata da una manciata di colossi tecnologici e dalla corsa sfrenata all'Intelligenza Artificiale. "Oggi, guardando la mia invenzione, mi chiedo: il web è ancora libero? No, non tutto", ha dichiarato Berners-Lee in un recente intervento che ha fatto il giro del mondo.

Da Sogno di Libertà a Monopolio dei Dati

Vi ricordate i primi tempi del web? Il cosiddetto Web 1.0 era un luogo di esplorazione, un po' caotico forse, ma pieno di promesse. Era uno spazio in cui chiunque, con un po' di conoscenza, poteva creare il proprio angolo digitale, condividere idee, connettersi. Poi è arrivato il Web 2.0, l'era dei social media. E qualcosa, secondo Berners-Lee, è andato storto. "Da qualche parte tra la mia visione originale del web 1.0 e l'ascesa dei social media come parte del web 2.0, abbiamo imboccato la strada sbagliata".

Il problema? Siamo passati dall'essere utenti a essere il prodotto. "Vediamo una manciata di grandi piattaforme che raccolgono i dati privati degli utenti per condividerli con broker commerciali o persino con governi repressivi", denuncia lo scienziato. Pensateci un attimo: ogni like, ogni condivisione, ogni ricerca che facciamo alimenta algoritmi potentissimi, progettati per tenerci incollati allo schermo e, spesso, con effetti dannosi sulla salute mentale, specialmente quella dei più giovani. "Scambiare dati personali per usarli non si adatta certo alla mia visione di un web libero", osserva con amarezza.

L'Intelligenza Artificiale: un Bivio Cruciale per l'Umanità

E ora, ci troviamo di fronte a un nuovo, gigantesco bivio: l'Intelligenza Artificiale. Questa tecnologia ha il potenziale per risolvere alcuni dei problemi più grandi dell'umanità, ma porta con sé anche rischi enormi se lasciata nelle mani sbagliate. La preoccupazione di Berners-Lee è che si ripetano gli stessi errori del passato, su una scala ancora più grande. "Non possiamo permettere che accada lo stesso con l'IA", avverte.

La corsa è già iniziata. I giganti della tecnologia come Google, Microsoft, Meta e OpenAI stanno investendo cifre astronomiche, si parla di centinaia di miliardi di dollari entro il 2025, per dominare questo nuovo settore. Questa concentrazione di potere economico e tecnologico in poche mani è ciò che più spaventa l'inventore del web.

La Proposta: un "CERN" per l'Intelligenza Artificiale

Ma Berners-Lee non è tipo da arrendersi. La sua soluzione è tanto semplice quanto visionaria: creare un ente no-profit internazionale, sul modello del CERN, dedicato alla ricerca sull'IA. Perché proprio il CERN? Perché è stato in quel contesto di collaborazione scientifica internazionale, libero da pressioni commerciali, che il World Wide Web ha potuto nascere e essere donato al mondo.

"È difficile immaginare una grande azienda tecnologica che accetti di condividere il World Wide Web senza alcun compenso commerciale come mi ha permesso il Cern", spiega. Un'organizzazione simile per l'IA potrebbe promuovere una ricerca aperta, etica e focalizzata sul bene comune, invece che sul profitto di pochi. Potrebbe definire standard globali e garantire che lo sviluppo dell'IA vada a beneficio di tutta la società, non solo di chi la controlla.

Non Siamo Soli: l'Appello della Comunità Scientifica

La voce di Berners-Lee non è isolata. Il suo appello si inserisce in un coro crescente di preoccupazioni da parte della comunità scientifica globale. Recentemente, un gruppo di oltre 200 esperti, tra cui ricercatori e premi Nobel, ha rivolto un appello ai paesi membri delle Nazioni Unite. La richiesta è chiara: stabilire entro il 2026 delle "linee rosse" invalicabili per l'IA, vietando le applicazioni più pericolose che potrebbero sfuggire al controllo umano.

Riprendiamoci il Web: il Progetto Solid

Nel frattempo, Berners-Lee non è rimasto con le mani in mano. Ha ideato un sistema chiamato Solid, un progetto che mira a decentralizzare il web e a restituire agli utenti il pieno controllo dei propri dati. L'idea di base di Solid è quella di separare le applicazioni dai dati che esse utilizzano. Invece di immagazzinare le nostre informazioni sui server di Facebook o Google, potremmo conservarle in un "Pod" (Personal Online Data store) personale, decidendo noi, di volta in volta, a quali app e servizi concedere l'accesso. È un cambio di paradigma radicale: da un web dove siamo noi il prodotto a un web dove i nostri dati sono di nostra esclusiva proprietà.

Conclusione: Non è Troppo Tardi per Cambiare Rotta

Le parole di Tim Berners-Lee sono un pugno nello stomaco, ma anche un potente invito all'azione. Ci ricordano che la tecnologia non è né buona né cattiva di per sé, ma dipende da come la progettiamo e la governiamo. L'utopia di un web libero e democratico si è scontrata con la dura realtà di un modello di business basato sulla sorveglianza e la monetizzazione dei dati personali. L'ascesa dell'Intelligenza Artificiale rischia di amplificare a dismisura questo squilibrio di potere.

La proposta di un "CERN per l'IA" e progetti come Solid indicano una via d'uscita. Una via che richiede coraggio, visione e, soprattutto, volontà politica. "Regolamentazione e governance globale sono tecnicamente fattibili ma dipendono dalla volontà politica", sottolinea Berners-Lee. Sta a noi, come cittadini digitali, sostenere queste iniziative, chiedere più trasparenza e pretendere che il futuro digitale sia costruito nell'interesse di tutti, non solo di pochi. Come dice il padre del web: "Possiamo ridare potere agli individui e riprenderci il web. Non è troppo tardi". E forse, è proprio da questa consapevolezza che dobbiamo ripartire.