Ciao a tutti, amanti dei social e delle notizie digitali! Scommetto che anche voi, qualche tempo fa, avete seguito con un misto di curiosità e preoccupazione la saga di TikTok negli Stati Uniti. Un giorno sembrava dovesse chiudere i battenti da un momento all'altro, il giorno dopo si parlava di un accordo storico. La notizia originale che avete letto parlava di un ordine esecutivo imminente da parte di Donald Trump per approvare un'intesa con Oracle. Ebbene, quell'ordine è stato effettivamente firmato, ma la storia è molto più complessa e ricca di colpi di scena di quanto sembri.
Mettiamoci comodi e cerchiamo di fare chiarezza su una delle vicende più intricate del mondo tech, che intreccia geopolitica, sicurezza nazionale e, ovviamente, miliardi di dollari.
L'Accordo sotto l'era Trump: Una Soluzione "Made in USA"
Tutto è iniziato con le crescenti preoccupazioni dell'amministrazione Trump riguardo alla sicurezza dei dati degli utenti americani. Il timore, mai provato con prove concrete ma sempre presente, era che ByteDance, la società madre cinese di TikTok, potesse essere costretta a condividere informazioni sensibili con il governo di Pechino. Da qui l'ultimatum: o vendete le attività americane a una società statunitense, o sarete banditi dal paese.
Dopo mesi di trattative, si è arrivati a una soluzione che sembrava accontentare tutti. L'allora presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per approvare un accordo che prevedeva la creazione di una nuova società, provvisoriamente chiamata TikTok Global. Questa nuova entità avrebbe gestito tutte le operazioni di TikTok negli Stati Uniti, con l'obiettivo di mettere al sicuro i dati dei circa 170 milioni di utenti americani.
Ma chi c'era dietro questa operazione? I nomi sono di primissimo piano:
- Oracle: Il colosso del software, guidato da Larry Ellison, si è posizionato come partner tecnologico principale, con il compito di custodire i dati degli utenti americani sui propri server cloud e di revisionare il codice dell'app per garantirne la sicurezza.
- Walmart: Anche il gigante della grande distribuzione si era unito all'accordo, interessato a integrare le funzionalità di e-commerce di TikTok nella sua strategia.
- Altri investitori americani: Nell'intesa sono stati coinvolti anche altri nomi di spicco come Michael Dell e, secondo quanto riportato, persino la famiglia Murdoch.
Secondo i termini dell'accordo, ByteDance avrebbe mantenuto una quota di minoranza, inferiore al 20%, nella nuova società, garantendo così un controllo a maggioranza americana. Il valore dell'operazione era stato stimato intorno ai 14 miliardi di dollari.
Il Cuore del Problema: L'Algoritmo
Una delle questioni più spinose è sempre stata quella relativa al famoso e potentissimo algoritmo di raccomandazione di TikTok, il vero motore del suo successo. Come gestire questo gioiello tecnologico? L'intesa prevedeva una soluzione particolare: ByteDance avrebbe creato una copia del suo algoritmo per concederla in licenza a TikTok Global. La nuova società americana avrebbe quindi gestito l'algoritmo per gli utenti statunitensi, con la supervisione di Oracle per assicurarsi che non ci fossero "porte segrete" o influenze esterne.
L'idea era quella di creare una sorta di "scatola nera" sicura in territorio americano, isolando di fatto le operazioni statunitensi da quelle cinesi.
E Poi? Cosa è Successo Davvero?
Qui la storia si complica. Nonostante la firma dell'ordine esecutivo da parte di Trump e l'annuncio in pompa magna, l'accordo non è mai stato completamente finalizzato e implementato come previsto. L'arrivo della nuova amministrazione Biden ha cambiato le carte in tavola. Sebbene anche il nuovo governo abbia espresso preoccupazioni sulla sicurezza dei dati, l'approccio è stato diverso e meno impulsivo.
Nel frattempo, la questione si è spostata nelle aule dei tribunali e al Congresso. Più recentemente, la politica statunitense è tornata alla carica con una nuova legge, il “Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act”. Questa legge, approvata da Camera e Senato e firmata dal Presidente Joe Biden, ripropone l'ultimatum a ByteDance: vendere TikTok entro un determinato periodo (circa sei mesi, con una possibile estensione) o affrontare un divieto a livello nazionale sugli app store.
La Corte Suprema ha confermato la costituzionalità della legge, respingendo i ricorsi di TikTok che si appellavano alla libertà di espressione. La palla, quindi, è di nuovo nel campo di ByteDance, che deve decidere se cedere il suo gioiello più prezioso o rischiare di perdere uno dei suoi mercati più grandi.
Conclusione: Una Saga Lungi dall'Essere Finita
Dal mio punto di vista, la vicenda di TikTok negli Stati Uniti è un perfetto esempio di come, nel mondo globalizzato di oggi, tecnologia, economia e politica siano inestricabilmente legate. La preoccupazione per la sicurezza dei dati è legittima, ma è difficile non vedere in questa battaglia anche una forte componente di scontro geopolitico tra due superpotenze. La soluzione proposta all'epoca da Trump, con la creazione di TikTok Global, era un compromesso complesso e forse macchinoso, che cercava di salvare capra e cavoli: la popolarità dell'app e la sicurezza nazionale. Oggi, con la nuova legge, l'approccio sembra più diretto e drastico. Resta da vedere se si arriverà a una vendita effettiva o se si troveranno nuove soluzioni creative. Una cosa è certa: la storia di TikTok in America non è ancora finita e continuerà a essere un caso di studio affascinante per chiunque si interessi di tecnologia e relazioni internazionali.