TikTok, l'America ha un nuovo social: siglato l'accordo con Oracle, cosa cambia adesso?

Dopo mesi di trattative al cardiopalma, il futuro di TikTok negli Stati Uniti è finalmente definito. Un consorzio di giganti americani, guidato da Oracle, prende il controllo delle operazioni USA della popolarissima app. Ma cosa significa questo per gli utenti? E quali sono i dettagli di un accordo che ridisegna gli equilibri geopolitici digitali? Scopriamo insieme tutti i retroscena di questa storica operazione.
La notizia

Ci siamo, la telenovela che per mesi ha tenuto con il fiato sospeso milioni di utenti e addetti ai lavori è giunta al suo capitolo finale. TikTok resta negli Stati Uniti, ma cambia pelle, bandiera e, soprattutto, gestione. Dopo un lungo braccio di ferro diplomatico e commerciale, è stato finalmente siglato l'accordo che affida le operazioni americane della celebre app a un consorzio a stelle e strisce, con il colosso del software Oracle in prima linea.

Una notizia che arriva come un sospiro di sollievo per i 170 milioni di americani che ogni giorno si divertono e si informano sulla piattaforma, ma che apre anche a scenari del tutto nuovi e a interrogativi importanti sul futuro del social network più amato dalla Generazione Z (e non solo).

Una nuova società per un nuovo inizio: nasce TikTok Global

L'intesa, approvata dal Presidente Donald Trump dopo una conversazione telefonica con l'omologo cinese Xi Jinping, prevede la creazione di una nuova società, battezzata TikTok Global. Questa nuova entità, con sede negli Stati Uniti, sarà di fatto la "casa" di TikTok per gli utenti americani e per gran parte del resto del mondo. L'obiettivo? Mettere al sicuro i dati degli utenti e rispondere una volta per tutte alle preoccupazioni sulla sicurezza nazionale che avevano portato l'amministrazione USA a minacciare un divieto totale dell'app.

Ma chi c'è dietro questa operazione? La proprietà di TikTok Global sarà a maggioranza americana. Un consorzio di investitori, che include pezzi da novanta come Oracle, il gigante del retail Walmart, e fondi di private equity come Silver Lake e Andreessen Horowitz, acquisirà una quota di maggioranza. Le cifre esatte hanno visto diverse versioni, ma l'assetto più accreditato parla di un controllo statunitense per circa l'80%, mentre alla casa madre cinese, ByteDance, rimarrà una quota di minoranza inferiore al 20%.

Oracle, il guardiano dei dati e dell'algoritmo

Il ruolo chiave in questa nuova configurazione è senza dubbio quello di Oracle. Il gigante tecnologico co-fondato da Larry Ellison, figura vicina a Trump, non sarà solo un investitore, ma diventerà il partner tecnologico sicuro di TikTok negli USA. Cosa significa in pratica?

  • Gestione dei dati: Tutti i dati degli utenti americani verranno trasferiti e gestiti sui server cloud di Oracle, situati in Texas. Questo, secondo la Casa Bianca, eliminerà il rischio che governi stranieri possano spiare gli utenti americani.
  • Controllo sull'algoritmo: È il vero cuore pulsante di TikTok, la "salsa segreta" che rende l'app così coinvolgente. L'accordo prevede che anche l'algoritmo sarà sotto il controllo statunitense, gestito e probabilmente ricostruito negli USA, fuori dall'influenza diretta di ByteDance. La tecnologia di base potrebbe essere concessa in licenza da ByteDance, ma la sua operatività sarà saldamente in mani americane.

La governance della nuova società rifletterà questa svolta "patriottica". Il consiglio di amministrazione sarà composto in prevalenza da membri americani. Si parla di sei seggi su sette destinati a figure statunitensi, con il settimo scelto da ByteDance ma senza potere decisionale sulle questioni di sicurezza.

Cosa cambia (e cosa non cambia) per gli utenti?

La domanda che tutti si pongono è: "Ok, ma per me che uso TikTok tutti i giorni, cosa succederà?". La buona notizia è che l'app non sparirà dagli store e si potrà continuare a scrollare, creare e condividere video. L'obiettivo dell'accordo è proprio quello di garantire la continuità del servizio senza interruzioni.

Tuttavia, qualche cambiamento tecnico potrebbe essere all'orizzonte. Si è parlato della possibilità che agli utenti americani venga chiesto di trasferirsi su una nuova applicazione, gestita interamente dalla nuova infrastruttura. Questo passaggio, se avverrà, sarà probabilmente guidato e reso il più semplice possibile per non creare disagi. L'esperienza d'uso, grazie all'algoritmo che rimarrà il motore dei suggerimenti, dovrebbe restare quella amata da tutti, ma con la garanzia di una maggiore sicurezza e privacy dei dati.

Un accordo che va oltre i balletti: le implicazioni geopolitiche

La vicenda di TikTok non è mai stata solo una questione commerciale. Fin dall'inizio, si è inserita in un contesto molto più ampio di tensioni tra Stati Uniti e Cina. Questo accordo, quindi, rappresenta un importante segnale diplomatico, un tentativo di allentare le frizioni su uno dei tanti fronti aperti, che includono dazi commerciali, controllo delle tecnologie e questioni geopolitiche come Taiwan.

Per l'amministrazione Trump, l'intesa è una vittoria rivendicata con orgoglio, un modo per dimostrare di aver messo la sicurezza nazionale al primo posto senza però sacrificare un'app immensamente popolare. L'accordo prevede anche la creazione di 25.000 nuovi posti di lavoro negli USA e il versamento di oltre 5 miliardi di dollari in nuove tasse al Tesoro americano.

Conclusione: un nuovo modello per il futuro?

Dal mio punto di vista, la soluzione trovata per TikTok potrebbe creare un precedente interessante per il futuro delle grandi piattaforme tecnologiche globali. Ci troviamo di fronte a un modello ibrido, una sorta di "nazionalizzazione" delle operazioni locali di un'azienda globale per rispondere a esigenze di sicurezza nazionale. Se da un lato questo approccio risolve le preoccupazioni immediate del governo americano, dall'altro introduce un elemento di frammentazione nell'internet globale. Assisteremo in futuro alla nascita di altre "versioni nazionali" di app popolari? È una domanda aperta. Per ora, gli utenti americani di TikTok possono tirare un sospiro di sollievo: i loro video sono salvi, e, a quanto pare, anche i loro dati.