PMI Italiane su Amazon: un Successo da 1,2 Miliardi all'Estero nel 2024 e 10 Anni di Made in Italy!

Un compleanno speciale per la vetrina Made in Italy di Amazon che festeggia 10 anni! E lo fa con numeri da record: le 20.000 piccole e medie imprese italiane sulla piattaforma hanno superato 1,2 miliardi di euro di vendite all'estero nel 2024. Un traguardo che dimostra la forza del nostro tessuto imprenditoriale e il potere del digitale. Scopriamo insieme tutti i dettagli di questa incredibile storia di successo.
La notizia

Ciao a tutti amici lettori! Oggi parliamo di una storia che ci riempie d'orgoglio, una di quelle che raccontano di ingegno, tradizione e, perché no, di un pizzico di furbizia digitale. Stiamo parlando del successo strepitoso delle piccole e medie imprese (PMI) italiane che, grazie ad Amazon, stanno conquistando il mondo. E c'è anche un compleanno da festeggiare: i 10 anni della vetrina "Made in Italy" sulla piattaforma di e-commerce più famosa del pianeta!

Numeri da capogiro: l'Export delle PMI Italiane vola alto

Tenetevi forte, perché i dati presentati nel nuovo report sull'impatto economico delle PMI italiane che vendono su Amazon sono davvero impressionanti. Nel corso del 2024, le circa 20.000 piccole e medie imprese del nostro Paese presenti sul marketplace hanno generato la bellezza di oltre 1,2 miliardi di euro di vendite all'estero. Avete letto bene! Un fiume di prodotti italiani che ha varcato i confini nazionali per arrivare sulle tavole e nelle case di clienti in tutta Europa e non solo. La stragrande maggioranza di questo fatturato, oltre 1,1 miliardi, è stata realizzata proprio nel nostro continente.

Questo significa che sempre più imprenditori italiani stanno capendo l'importanza di guardare oltre il mercato interno. Pensate che oltre il 65% di queste PMI ha esportato i propri prodotti, dimostrando una vocazione internazionale sempre più spiccata. Un vero e proprio boom che testimonia come l'e-commerce sia diventato un acceleratore potentissimo per l'internazionalizzazione del Made in Italy.

La forza dei territori: il successo parte anche dai piccoli centri

Uno degli aspetti più belli di questa storia è che non riguarda solo le grandi città o i distretti industriali più famosi. Anzi, il digitale sta dando una chance incredibile anche alle realtà più piccole. Più di 9.000 di queste aziende, ovvero oltre il 45% del totale, ha sede in aree rurali o a bassa densità di popolazione. E non sono affatto delle cenerentole! Lo scorso anno, ben 6.000 PMI provenienti da queste zone hanno registrato da sole 500 milioni di euro di vendite all'estero. Questo significa creare occupazione, contrastare lo spopolamento e valorizzare le economie locali in modo diffuso su tutto il territorio nazionale.

Ma quali sono le regioni che guidano questa carica verso i mercati esteri? La classifica delle più virtuose per valore dell'export vede sul podio:

  • Lombardia: si conferma la prima della classe con vendite all'estero per oltre 345 milioni di euro.
  • Campania: segue con un export che supera i 170 milioni di euro.
  • Lazio: si posiziona al terzo posto con più di 115 milioni di euro.
  • Toscana: registra oltre 100 milioni di euro di vendite oltre confine.
  • Emilia-Romagna: chiude la top 5 con più di 95 milioni di euro.

E i paesi che più amano i nostri prodotti? I mercati principali si confermano essere Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna.

Dieci anni di "Made in Italy": una vetrina sul mondo

Questi risultati eccezionali sono stati celebrati durante l'evento "Il giro del mondo in 10 anni di vetrina Made in Italy di Amazon". Lanciata il 5 ottobre 2015, quella che era nata quasi come un esperimento è oggi una realtà consolidata e strategica. La vetrina raccoglie oggi oltre 5.500 aziende, con un catalogo di più di 3 milioni di prodotti disponibili in ben undici Paesi. Un vero e proprio store internazionale che permette di scoprire le eccellenze del nostro Paese attraverso 18 percorsi regionali dedicati.

Un ruolo fondamentale in questo successo lo ha giocato la collaborazione, avviata nel 2019, con l'Agenzia ICE (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). Questa partnership ha permesso di coinvolgere finora oltre 2.800 PMI e di portare online più di 700.000 nuovi prodotti Made in Italy. Un esempio virtuoso di come la sinergia tra pubblico e privato possa generare benefici concreti per il tessuto imprenditoriale del Paese.

Come ha affermato Giorgio Busnelli, VP e Country Manager di Amazon Italia: "Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell'economia italiana. Come loro alleati, siamo felici di offrire nuovi strumenti, occasioni di formazione e visibilità, in Italia e all'estero". Ha poi aggiunto che la vetrina Made in Italy è oggi "uno store internazionale consolidato, che porta l'eccellenza delle piccole e medie imprese italiane nel mondo", un traguardo reso possibile dalla fiducia delle aziende e dalla collaborazione con partner istituzionali come Agenzia Ice e i Ministeri competenti.

Conclusione: uno sguardo al futuro

Cosa ci dice questa storia? Ci dice che il Made in Italy ha una forza incredibile e che, se messo nelle condizioni giuste, può conquistare qualsiasi mercato. L'e-commerce ha letteralmente abbattuto le barriere geografiche, permettendo a un piccolo artigiano di un borgo sperduto di vendere le sue creazioni a New York o a Tokyo con la stessa facilità con cui le venderebbe al mercato del paese. È una rivoluzione copernicana per il nostro modo di fare impresa.

Certo, le sfide non mancano: la competizione online è agguerrita, bisogna investire in competenze digitali, curare il marketing e la logistica. Ma i dati di Amazon dimostrano che la strada è quella giusta. Vedere che quasi la metà di queste imprese di successo proviene da aree rurali è un segnale potentissimo: il digitale può essere un motore di sviluppo equo e sostenibile, capace di rivitalizzare territori che rischiavano la marginalizzazione. È un'opportunità che non possiamo permetterci di sprecare. Il futuro del Made in Italy è sempre più legato a un click, e a quanto pare, le nostre PMI hanno imparato a cliccare molto, molto bene.