Ciao a tutti, appassionati di tecnologia e curiosi del futuro! Tenetevi forte, perché la notizia di oggi è una di quelle che fanno tremare i polsi e che segnano un prima e un dopo. OpenAI, l'azienda che ha portato l'intelligenza artificiale nelle nostre vite con ChatGPT, ha stretto un'alleanza a dir poco monumentale con AMD, uno dei più grandi produttori di chip al mondo. Dimenticate i soliti accordi commerciali, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più grande: una partnership pluriennale destinata a costruire un'infrastruttura di calcolo senza precedenti.
Una fame insaziabile di potenza: 6 Gigawatt di GPU per l'IA del domani
Ma cosa significa, in pratica, questo accordo? Significa che AMD fornirà a OpenAI una quantità di processori grafici (GPU) tale da generare una potenza di calcolo totale di 6 gigawatt (GW). Per darvi un'idea delle proporzioni, pensate che 1 GW è sufficiente ad alimentare una grande città . Stiamo parlando di una capacità computazionale paragonabile al consumo medio di un intero paese come Singapore. Questa enorme potenza è fondamentale per OpenAI, che ha bisogno di risorse sempre maggiori per addestrare e far funzionare i suoi modelli di intelligenza artificiale, sempre più complessi e sofisticati come ChatGPT e Sora.
La prima fase di questo colossale progetto vedrà l'implementazione di 1 GW di capacità già nella seconda metà del 2026, utilizzando le nuovissime GPU della serie Instinct MI450 di AMD. L'obiettivo dichiarato da Sam Altman, CEO di OpenAI, è chiaro: "costruire la potenza computazionale necessaria a realizzare il pieno potenziale dell'intelligenza artificiale".
Non solo chip: OpenAI punta a diventare azionista di AMD
E qui la faccenda si fa ancora più interessante. L'accordo non è solo una questione di acquisto di hardware, ma include una clausola finanziaria che potrebbe avere conseguenze enormi. AMD ha concesso a OpenAI dei warrant, ovvero delle opzioni che le permetteranno di acquistare fino a 160 milioni di azioni ordinarie di AMD a un prezzo simbolico di appena 0,01 dollari per azione. Se OpenAI esercitasse tutte queste opzioni, arriverebbe a detenere circa il 10% del capitale di AMD, diventandone di fatto uno dei maggiori azionisti.
Ovviamente, l'esercizio di questi warrant non è automatico. È vincolato al raggiungimento di precisi obiettivi, sia tecnici (come il rispetto delle tappe di installazione delle GPU) sia finanziari (legati all'andamento del titolo AMD in borsa). Questa mossa strategica "allinea" ulteriormente gli interessi delle due aziende, come ha sottolineato la stessa OpenAI, creando un legame profondo che va ben oltre il semplice rapporto cliente-fornitore.
Un mercato in fermento: la reazione di Wall Street e la sfida a Nvidia
Come prevedibile, una notizia di questa portata ha scatenato un vero e proprio terremoto in Borsa. Subito dopo l'annuncio, le azioni di AMD sono schizzate alle stelle, con un aumento che ha superato il 25% nelle contrattazioni pre-mercato. Gli investitori hanno accolto con entusiasmo un accordo che, secondo le stime della stessa AMD, potrebbe generare ricavi per decine di miliardi di dollari nei prossimi anni.
Ma c'è un altro protagonista in questa storia: Nvidia. Fino ad oggi, Nvidia è stata la regina incontrastata del mercato dei chip per l'intelligenza artificiale, e il principale fornitore di OpenAI. Solo poche settimane prima dell'accordo con AMD, Nvidia aveva annunciato un proprio, massiccio investimento in OpenAI, fino a 100 miliardi di dollari, per implementare ben 10 GW di nuova capacità di data center. L'alleanza tra OpenAI e AMD è quindi una chiara mossa di diversificazione da parte di OpenAI, che non vuole dipendere da un unico fornitore, e rappresenta una sfida diretta al dominio di Nvidia.
Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha definito l'accordo tra i rivali "sorprendente e ingegnoso", ammettendo di non esserne stato a conoscenza in anticipo. Questo dimostra quanto sia dinamico e competitivo questo settore, dove le alleanze si formano e si rimodellano a una velocità impressionante.
Cifre da capogiro e la corsa all'infrastruttura del futuro
Le cifre in gioco sono astronomiche. Sebbene l'importo totale della transazione non sia stato ufficialmente comunicato, i dirigenti di OpenAI hanno stimato che mettere in funzione 1 GW di capacità costi circa 50 miliardi di dollari, di cui due terzi spesi proprio per i chip e le infrastrutture di supporto. Facendo un rapido calcolo, l'intero accordo da 6 GW potrebbe avere un valore implicito di circa 300 miliardi di dollari.
Questi investimenti mostruosi rientrano in una strategia ancora più ampia di OpenAI, che punta a costruire una rete globale di data center per sostenere la crescita esponenziale dell'IA. Si parla di un piano da 1000 miliardi di dollari per assicurarsi le risorse necessarie a far evolvere l'intelligenza artificiale, in una corsa che coinvolge altri giganti come Oracle e SoftBank.
Conclusione: un nuovo capitolo nella saga dell'Intelligenza Artificiale
Dal mio punto di vista, questo accordo è molto più di una semplice notizia finanziaria o tecnologica. È la prova tangibile che siamo entrati in una nuova era, quella del "capitalismo cognitivo", come l'ha definita qualcuno. L'intelligenza artificiale non è più un esperimento confinato nei laboratori di ricerca, ma è diventata un'infrastruttura critica, fondamentale per l'economia e la società del futuro, quasi come il petrolio nel XX secolo. La corsa a costruire questa infrastruttura è appena iniziata e alleanze come quella tra OpenAI e AMD ne sono le fondamenta. Stiamo assistendo in diretta alla costruzione delle cattedrali del XXI secolo: non fatte di pietra, ma di silicio e dati. Sarà un viaggio affascinante, pieno di sfide e opportunità , e noi saremo qui per raccontarvelo passo dopo passo.