Microsoft-Nvidia, via libera USA: i super chip per l'IA sbarcano negli Emirati Arabi Uniti in una mossa geopolitica

Gli Stati Uniti hanno concesso a Microsoft una licenza storica per esportare i potentissimi chip per l'intelligenza artificiale di Nvidia negli Emirati Arabi Uniti. Un'operazione che non è solo business: dietro c'è una complessa partita geopolitica per contrastare l'influenza della Cina e un maxi-investimento da 15,2 miliardi di dollari che trasformerà il paese del Golfo in un hub tecnologico globale.
La notizia

Amici appassionati di tecnologia e intrighi internazionali, tenetevi forte. Quella che a prima vista potrebbe sembrare una semplice notizia economica, in realtà nasconde i contorni di una vera e propria partita a scacchi geopolitica giocata sul terreno dell'intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti hanno dato il loro benestare, e Microsoft è diventata la prima azienda a ricevere una licenza per esportare i super chip di Nvidia negli Emirati Arabi Uniti. E non parliamo di componenti qualsiasi, ma delle GPU (le unità di elaborazione grafica) più avanzate, quelle necessarie per addestrare i modelli di IA più sofisticati che stanno cambiando il mondo.

Questa mossa, approvata dal Dipartimento del Commercio americano già a settembre ma resa nota solo di recente, rappresenta un cambio di passo significativo nella politica estera tecnologica di Washington. Fino ad ora, gli USA avevano imposto rigide restrizioni sull'esportazione di queste tecnologie, soprattutto per impedire che finissero nelle mani della Cina, considerata il principale rivale nella corsa alla supremazia nell'IA. E allora, perché questa apertura verso gli Emirati Arabi Uniti? La risposta è complessa e affascinante.

Una Scommessa da 15 Miliardi di Dollari

Partiamo dai numeri, che sono a dir poco impressionanti. In concomitanza con l'ottenimento della licenza, Microsoft ha annunciato un piano di investimenti colossale negli Emirati Arabi Uniti che raggiungerà i 15,2 miliardi di dollari entro il 2029. Vediamo come si compone questa cifra stratosferica:

  • 7,3 miliardi di dollari già investiti o spesi tra il 2023 e la fine del 2025.
  • Oltre 7,9 miliardi di dollari previsti tra il 2026 e il 2029.
  • Di questi, ben 5,5 miliardi di dollari saranno destinati a spese in conto capitale, ovvero alla costruzione e al potenziamento di infrastrutture fisiche come data center e cloud dedicate all'IA.

Questo fiume di denaro non è fine a se stesso. L'obiettivo è trasformare gli Emirati Arabi Uniti in un hub globale per l'intelligenza artificiale, potenziando l'infrastruttura cloud e l'intero ecosistema tecnologico della regione. Gli Emirati, da parte loro, non nascondono l'ambizione di diventare leader mondiali del settore entro il 2031, diversificando la loro economia storicamente legata al petrolio.

I Gioielli di Nvidia e la Partnership con G42

Al centro di tutto ci sono loro: i chip di Nvidia. La licenza ottenuta da Microsoft permette la spedizione dell'equivalente di 60.400 chip A100, ma in realtà si parla dei modelli ancora più recenti e potenti, come i GB300 della serie Grace/Blackwell. Si tratta del non plus ultra della tecnologia per l'IA, i componenti più ricercati al mondo per alimentare i data center di nuova generazione.

Questi processori non serviranno solo a potenziare i servizi cloud Azure di Microsoft. Saranno anche il motore per offrire accesso ai modelli di IA più avanzati, come quelli di OpenAI (di cui Microsoft è partner principale), Anthropic e altri sviluppatori open source.

Un attore chiave in questa operazione è G42, una società emiratina specializzata in intelligenza artificiale e guidata da Tahnoon bin Zayed, figura di spicco della sicurezza nazionale e fratello del presidente degli Emirati. Microsoft ha già investito 1,5 miliardi di dollari per una quota di minoranza in G42, un accordo che ha cementato una partnership strategica sostenuta direttamente dai governi di Washington e Abu Dhabi. Sarà proprio G42, attraverso la sua controllata Khazna Data Centers, a realizzare l'espansione delle infrastrutture necessarie.

La Geopolitica dell'Intelligenza Artificiale: Contenere la Cina

Ma perché proprio gli Emirati Arabi Uniti? Per Washington, questa mossa è un modo per espandere la propria influenza tecnologica in una regione strategica e, soprattutto, per contrastare la crescente penetrazione della Cina. Permettere a un alleato come gli Emirati di accedere a tecnologia di punta, sotto rigide tutele di sicurezza, è visto come un modo per creare un'alternativa all'offerta cinese e mantenere il controllo sulla diffusione di tecnologie sensibili.

La decisione non è stata priva di critiche. Alcuni osservatori temono che, nonostante le garanzie, si possano aprire canali indiretti per l'accesso a queste tecnologie da parte di attori non desiderati. Tuttavia, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha sottolineato che la licenza è stata "guadagnata" soddisfacendo requisiti di sicurezza informatica e fisica molto stringenti imposti dal governo statunitense.

Questo accordo trasforma di fatto gli Emirati Arabi Uniti in un banco di prova per la "diplomazia dei semiconduttori" americana: un tentativo di bilanciare la necessità di contenere i rivali con quella di promuovere gli interessi commerciali e strategici delle proprie aziende in un mercato globale sempre più competitivo.

Conclusione: Una Partita a Scacchi Globale

In conclusione, quello a cui stiamo assistendo è molto più di un accordo commerciale. È un capitolo fondamentale nella saga della competizione tecnologica globale. Da un lato, abbiamo la spinta inarrestabile verso l'innovazione nell'intelligenza artificiale, un settore che promette di rivoluzionare ogni aspetto della nostra vita e dell'economia. Dall'altro, vediamo come questa stessa tecnologia diventi uno strumento cruciale di potere e influenza sulla scacchiera internazionale.

La scelta degli Stati Uniti di aprire le porte dei chip più avanzati agli Emirati Arabi Uniti, pur chiudendole alla Cina, è un chiaro segnale di come la geopolitica stia ridisegnando le catene del valore tecnologiche. Per Microsoft e Nvidia, si aprono mercati enormi. Per gli Emirati, è l'occasione storica di diventare una potenza digitale. Per il resto del mondo, è la conferma che la battaglia per il futuro dell'IA si combatte non solo nei laboratori di ricerca, ma anche e soprattutto nelle stanze della diplomazia e della strategia internazionale. Una partita complessa, dagli esiti ancora tutti da scrivere, che continueremo a seguire con la massima attenzione.