Ehi, hai sentito l'ultima? Anche LinkedIn, il social network che usiamo tutti i giorni per tenere d'occhio le opportunità di lavoro e restare in contatto con i colleghi, ha deciso di fare il grande salto nel mondo dell'intelligenza artificiale generativa. E per farlo, ha bisogno di "cibo" per i suoi algoritmi: i nostri dati.
Proprio così. Con una comunicazione ufficiale, la società di proprietà di Microsoft ha annunciato che a partire dal 3 novembre 2025 inizierà a utilizzare le informazioni dei suoi utenti per addestrare i propri modelli di IA. La novità riguarda gli iscritti in Europa, Regno Unito, Svizzera, Canada e Hong Kong. Ma l'aspetto che ha fatto (giustamente) storcere il naso a molti è che questa funzione sarà attiva di default. In pratica, vige la regola del "silenzio-assenso": se non fai nulla, dai automaticamente il tuo consenso.
Ma non preoccuparti, non tutto è perduto! In questo articolo ti spiegherò nel dettaglio cosa sta succedendo, perché è una notizia importante per la tua privacy e, soprattutto, come puoi facilmente negare il consenso con pochi e semplici click.
Cosa sta succedendo esattamente? E quali dati userà LinkedIn?
In parole povere, LinkedIn vuole usare l'enorme mole di contenuti che noi utenti creiamo per "insegnare" alla sua intelligenza artificiale a essere più intelligente. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare l'esperienza sulla piattaforma, aiutandoci a scoprire nuove opportunità e a creare contenuti migliori.
Ma quali dati verranno utilizzati? La buona notizia è che le tue conversazioni private sono al sicuro. LinkedIn ha specificato che i messaggi privati non saranno inclusi in questo processo di addestramento. Tuttavia, la lista dei dati "pubblici" che verranno usati è piuttosto lunga e include:
- Dettagli del tuo profilo: nome, foto, esperienze lavorative, percorso di studi, competenze, e così via.
- Contenuti pubblici: tutti i post, gli articoli, i commenti e le reazioni che hai condiviso sulla piattaforma.
- Dati relativi alle candidature: curriculum che hai caricato e risposte a domande di screening.
- Attività nei gruppi: le tue discussioni e i tuoi contributi all'interno delle community.
Un aspetto cruciale da capire è che, se non si effettua l'opt-out prima della scadenza, tutti i dati condivisi sulla piattaforma fino a quel momento potrebbero essere utilizzati. Disattivare l'opzione dopo il 3 novembre impedirà solo l'uso di dati futuri.
Perché LinkedIn lo sta facendo? Il contesto più ampio
La mossa di LinkedIn non è un fulmine a ciel sereno. Fa parte di una tendenza ormai consolidata nel mondo tech. Piattaforme come Meta (Facebook e Instagram) e Google stanno già utilizzando i contenuti degli utenti per alimentare i loro potentissimi modelli di IA. L'intelligenza artificiale generativa, come quella dietro a ChatGPT, ha una fame insaziabile di dati per imparare, migliorare e generare risposte sempre più pertinenti e "umane".
Non possiamo dimenticare che LinkedIn è di proprietà di Microsoft, uno dei più grandi investitori in OpenAI, l'azienda che ha creato ChatGPT. È chiaro quindi l'interesse strategico nel sfruttare l'inestimabile patrimonio di dati professionali di LinkedIn per affinare queste tecnologie e integrarle sempre di più nei propri prodotti.
La Privacy è a Rischio? Il Dibattito sul Consenso
La questione principale che ha sollevato critiche da parte di esperti e autorità per la protezione dei dati, come quella olandese, è la modalità "opt-out". Molti sostengono che per un cambiamento così significativo, che tocca da vicino i dati personali e professionali di milioni di persone, sarebbe stato più corretto e trasparente richiedere un consenso esplicito ("opt-in"). Invece, si è scelta la via più comoda per l'azienda, contando sull'inerzia o sulla disattenzione di molti utenti.
Una volta che i tuoi dati entrano in un modello di addestramento IA, è praticamente impossibile rimuoverli. Questo solleva preoccupazioni legittime sulla perdita di controllo sulle proprie informazioni professionali e su possibili forme di profilazione più invasive in futuro.
Come Negare il Consenso: La Guida Passo-Passo per l'Opt-Out
Ok, ora passiamo alla parte pratica. Proteggere i tuoi dati è più semplice di quanto pensi. Ti basteranno due minuti. Ecco la procedura da seguire sia da computer che da app mobile:
- Accedi al tuo account LinkedIn.
- Clicca sull'icona del tuo profilo (quella con la tua foto) in alto a destra e seleziona "Impostazioni e privacy" dal menu a tendina.
- Nel menu a sinistra, clicca sulla sezione "Privacy dei dati".
- Scorri verso il basso fino a trovare la sezione "Come LinkedIn utilizza i tuoi dati".
- Cerca la voce "Dati per migliorare l'IA generativa" (o "Data for Generative AI Improvement") e cliccaci sopra.
- A questo punto, vedrai un interruttore accanto alla frase "Usa i miei dati per addestrare i modelli di IA per la creazione di contenuti". Assicurati che questo interruttore sia impostato su "No" (spostandolo verso sinistra).
Fatto! Con questi semplici passaggi hai comunicato a LinkedIn la tua volontà di non far utilizzare i tuoi dati per l'addestramento dei suoi modelli di intelligenza artificiale.
Conclusione: Un Piccolo Gesto per un Grande Controllo
La decisione di LinkedIn, per quanto controversa nella forma, non è sorprendente. L'intelligenza artificiale è il presente e il futuro della tecnologia, e i dati ne sono il carburante. Quello che questo episodio ci insegna, ancora una volta, è l'importanza di essere cittadini digitali consapevoli e proattivi.
Il fatto che ci venga data la possibilità di scegliere è positivo, ma delegare all'utente l'onere di negare il consenso (opt-out) piuttosto che chiederlo attivamente (opt-in) sposta l'equilibrio a favore delle grandi piattaforme. Il mio consiglio, quindi, non può che essere uno: prenditi quei due minuti. Vai nelle impostazioni e fai la tua scelta in modo informato. Indipendentemente da quale sia, l'importante è che sia tu a decidere del destino dei tuoi dati. Dopotutto, la nostra identità professionale, che con tanta cura costruiamo su LinkedIn, merita di essere protetta.