Intelligenza Artificiale e Privacy: Tutti gli Occhi su Seoul! Il Garante Italiano in Prima Linea al Global Privacy Assembly 2025

Si è appena conclusa a Seoul la 47ª edizione della Global Privacy Assembly, il più importante summit mondiale sulla privacy. Al centro del dibattito, una protagonista tanto affascinante quanto complessa: l'Intelligenza Artificiale. L'Italia, con il suo Garante per la protezione dei dati personali, ha giocato un ruolo da protagonista, co-sponsorizzando una risoluzione cruciale per definire le regole del gioco nell'era dell'IA. Scopriamo insieme cosa è successo e perché le decisioni prese in Corea del Sud ci riguardano tutti da vicino.
La notizia

Ciao a tutti, amanti della tecnologia e curiosi del mondo digitale! Mettetevi comodi, perché oggi parliamo di un argomento che sta plasmando il nostro futuro a una velocità incredibile: l'Intelligenza Artificiale. E no, non parleremo di robot che conquistano il mondo, ma di qualcosa di molto più concreto e attuale che tocca le nostre vite ogni giorno: la nostra privacy.

Dal 15 al 19 settembre, i più grandi esperti e le autorità di controllo sulla protezione dei dati di tutto il mondo si sono dati appuntamento a Seoul, in Corea del Sud, per la 47ª edizione della Global Privacy Assembly (GPA). Immaginatevela come una sorta di "G20 della privacy", un evento dove oltre 140 agenzie e autorità si riuniscono per discutere delle sfide più calde del momento. E quest'anno, il tema principale non poteva che essere "L'Intelligenza Artificiale nelle nostre vite quotidiane: questioni di dati e privacy".

L'Italia fa la voce grossa: il Garante Privacy protagonista a Seoul

E l'Italia? Non è certo rimasta a guardare! Una delegazione di peso del nostro Garante per la protezione dei dati personali è volata a Seoul, composta dalla Vice Presidente Ginevra Cerrina Feroni e dai componenti Agostino Ghiglia e Guido Scorza. La loro presenza non è stata solo una formalità: il Garante italiano si è fatto promotore, insieme ad altre autorità, di una delle risoluzioni più importanti approvate durante l'assemblea.

Ma di cosa si tratta esattamente? Cerchiamo di spiegarlo in modo semplice. La risoluzione affronta di petto uno dei nodi più spinosi dell'IA: l'uso dei nostri dati personali per addestrare gli algoritmi. Avete presente quando parlate con un'assistente vocale o usate un traduttore automatico? Quei sistemi diventano sempre più intelligenti perché "imparano" da una quantità enorme di dati, che spesso includono informazioni personali. La domanda, quindi, è: come ci assicuriamo che tutto questo avvenga nel rispetto delle nostre libertà e dei nostri diritti?

I 5 Comandamenti per un'IA che rispetta la Privacy

La risoluzione, co-sponsorizzata dall'Italia, mette nero su bianco un concetto fondamentale: le leggi sulla privacy si applicano, senza se e senza ma, anche all'Intelligenza Artificiale. Sembra ovvio, ma in un settore in continua e rapidissima evoluzione, ribadirlo è essenziale. Il testo approvato a Seoul richiama cinque principi sacrosanti che ogni sviluppatore e ogni azienda che lavora con l'IA dovrebbe scolpire nella pietra:

  • Base giuridica corretta: Non si possono usare i dati a casaccio. Ogni trattamento deve avere una giustificazione legale valida, che sia il consenso dell'utente o un altro presupposto previsto dalla legge.
  • Limitazione delle finalità: Se raccolgo i tuoi dati per migliorare un servizio di traduzione, non posso poi usarli per venderti pubblicità mirata senza un'ulteriore e specifica autorizzazione. I dati devono essere usati solo per lo scopo dichiarato.
  • Minimizzazione dei dati: Bisogna usare solo i dati strettamente necessari. Niente "pesca a strascico" di informazioni personali.
  • Trasparenza: Dobbiamo sapere quali dati vengono usati, come e perché. Le aziende devono essere chiare e oneste con gli utenti.
  • Accuratezza: I dati utilizzati devono essere corretti e aggiornati. Decisioni basate su informazioni sbagliate possono avere conseguenze molto negative.

Le Autorità si sono anche impegnate a collaborare di più, a sensibilizzare chi sviluppa queste tecnologie e a condividere le esperienze, specialmente riguardo all'IA generativa, quella di cui sentiamo parlare tutti i giorni.

Non solo Addestramento: Supervisione Umana ed Educazione Digitale

Ma i lavori della GPA non si sono fermati qui. Sono state approvate altre due risoluzioni altrettanto importanti che ci toccano da vicino.

  1. La supervisione umana non è un optional: Sempre più spesso, decisioni che ci riguardano (dalla concessione di un prestito a una valutazione sul lavoro) sono prese o influenzate da algoritmi. La GPA ha stabilito che ci deve essere sempre una supervisione umana reale ed effettiva. Non basta che una persona metta una firma formale, ma deve essere in grado di capire e, se necessario, correggere la decisione della macchina.
  2. L'educazione digitale è la nostra prima difesa: La seconda risoluzione sottolinea l'urgenza di integrare la protezione dei dati nell'educazione, fin da bambini. In un mondo pieno di rischi come il cyberbullismo, i deepfake e i furti d'identità, sapere come proteggere sé stessi online è fondamentale. È necessario creare una vera e propria "alfabetizzazione digitale" per tutte le età.

Durante l'evento, la delegazione italiana ha anche organizzato un incontro specifico, in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Seoul, proprio sulle sfide poste dall'intelligenza artificiale alla privacy. Un segno tangibile dell'impegno del nostro Paese su questi temi a livello globale.

Conclusione: Perché Seoul ci riguarda tutti

Forse vi starete chiedendo: "Ma cosa mi importa di quello che decidono delle autorità della privacy in un meeting in Corea del Sud?". La risposta è: ci importa, eccome. Le regole e i principi discussi e approvati a Seoul non sono astratte teorie per addetti ai lavori, ma le fondamenta su cui si costruirà la società digitale di domani. L'Intelligenza Artificiale è uno strumento potentissimo, con un potenziale enorme per migliorare le nostre vite, ma come ogni strumento potente, comporta anche dei rischi. Il lavoro svolto da organismi come la Global Privacy Assembly e dal nostro Garante è quello di tracciare dei confini, di mettere dei "guardrail" per assicurarsi che lo sviluppo tecnologico proceda di pari passo con la tutela dei nostri diritti fondamentali. Le decisioni di oggi determineranno se l'IA del futuro sarà una nostra alleata o uno strumento di controllo. E sapere che l'Italia è in prima linea in questa discussione, a difendere un approccio che mette la persona al centro, è senza dubbio una buona notizia per tutti noi.