Google DeepMind lancia SIMA 2: l'IA che impara a giocare come un umano e sogna un futuro da robot

Google DeepMind ha svelato SIMA 2, la nuova versione del suo agente di intelligenza artificiale che impara a giocare ai videogiochi. Grazie all'integrazione con Gemini, non si limita a eseguire comandi, ma ragiona, pianifica e si adatta a giochi mai visti prima. Un progetto che va ben oltre l'intrattenimento, puntando dritto verso l'intelligenza artificiale generale e le sue applicazioni nel mondo reale, come la robotica.
La notizia

Amici appassionati di tecnologia e videogiochi, tenetevi forte! Google DeepMind, la divisione di Google che si occupa delle ricerche più avanzate sull'intelligenza artificiale, ha appena presentato SIMA 2. No, non è il titolo di un nuovo videogioco, ma qualcosa di potenzialmente molto più rivoluzionario: un'intelligenza artificiale progettata per imparare a giocare proprio come faremmo noi, aprendo scenari che sembravano confinati alla fantascienza.

Ma cosa significa "giocare come un umano"? Dimenticate i bot programmati per eccellere in un singolo gioco con regole fisse. SIMA 2, il cui nome sta per Scalable, Instructable, Multiworld Agent, è un progetto molto più ambizioso. Il suo obiettivo non è vincere a tutti i costi, ma diventare un compagno di squadra versatile, capace di comprendere istruzioni complesse date in linguaggio naturale e di adattarsi a qualsiasi ambiente di gioco, anche a quelli che non ha mai incontrato prima. Si tratta di un passo da gigante verso la creazione di un'IA più generale e flessibile.

Dal seguire ordini al ragionare sulle azioni: il "superpotere" di Gemini

Forse ricorderete la prima versione di SIMA, presentata a marzo 2024, in grado di eseguire circa 600 azioni di base come "gira a sinistra" o "apri la mappa". Un risultato notevole, ma SIMA 2 gioca in una lega completamente diversa. La vera magia, questa volta, si chiama Gemini. L'integrazione del potente modello di intelligenza artificiale di Google ha dato a SIMA 2 la capacità di "pensare" prima di agire.

In pratica, non si limita più a eseguire un comando specifico, ma può comprendere un obiettivo astratto. Ad esempio, invece di dirgli "fai tre passi avanti e premi il pulsante", potremmo chiedergli "costruisci un riparo" o "trova delle risorse per creare una torcia". SIMA 2 è in grado di scomporre questo obiettivo complesso in una serie di azioni concrete e sequenziali da compiere nel gioco, pianificando la strategia migliore. È come passare da un cane ammaestrato che risponde a comandi secchi a un vero compagno di squadra che capisce le tue intenzioni.

Questa nuova capacità di ragionamento ha portato a risultati sbalorditivi: l'efficacia nel completare i compiti è più che raddoppiata rispetto al suo predecessore, con una percentuale di successo che è passata dal 31% al 65%. Un balzo che segna il passaggio da una tecnologia sperimentale a uno strumento che si avvicina a essere realmente utilizzabile.

La palestra dei videogiochi: allenarsi per il mondo reale

Vi starete chiedendo: perché tanto sforzo per insegnare a un'IA a giocare a No Man's Sky, Goat Simulator 3 o Valheim? La risposta di DeepMind è chiara: i videogiochi sono il "terreno di addestramento" perfetto. Sono ambienti sicuri, complessi e imprevedibili dove un'intelligenza artificiale può imparare abilità fondamentali che un giorno saranno trasferibili nel mondo reale.

Le competenze che SIMA 2 sta acquisendo sono, in fondo, i mattoncini fondamentali per la robotica del futuro. Pensateci:

  • Navigazione: Imparare a muoversi in un mondo virtuale 3D è un'ottima base per un robot che dovrà orientarsi in una casa o in una fabbrica.
  • Uso di strumenti: Capire come usare un oggetto in un gioco per raggiungere uno scopo è simile a come un robot dovrà imparare a manipolare oggetti reali.
  • Pianificazione a lungo termine: Portare a termine una "quest" complessa in un gioco richiede pianificazione e adattamento, le stesse qualità necessarie per un assistente robotico che deve gestire le faccende domestiche.

La cosa più incredibile è che SIMA 2 impara osservando lo schermo, pixel per pixel, e usando una tastiera e un mouse virtuali, proprio come un essere umano. Non ha accesso al codice del gioco, il che lo costringe a "capire" l'ambiente basandosi solo su ciò che vede.

Un compagno di squadra che impara dai suoi errori

Un'altra caratteristica rivoluzionaria di SIMA 2 è la sua capacità di auto-migliorarsi. Il sistema è progettato per imparare dai propri errori attraverso un ciclo continuo: si pone degli obiettivi, tenta di raggiungerli, valuta il risultato e affina il proprio modello di comportamento. Questo significa che può migliorare le sue abilità senza bisogno di nuove dimostrazioni umane, diventando sempre più competente con il tempo.

Inoltre, SIMA 2 è in grado di trasferire le conoscenze acquisite. Se impara il concetto di "raccogliere" risorse in un gioco, può applicare una logica simile al "minare" in un altro titolo completamente diverso. La sua capacità di comunicazione è altrettanto avanzata: può interagire tramite chat, comandi vocali e persino comprendere disegni o emoji.

Conclusione: Oltre il gioco, verso il futuro

È importante essere chiari: non vedremo SIMA 2 apparire magicamente su Steam o PlayStation Store domani. Attualmente, è uno strumento di ricerca disponibile solo per sviluppatori e accademici. L'obiettivo di Google DeepMind non è creare l'assistente di gioco definitivo, ma fare un passo concreto verso l'Intelligenza Artificiale Generale (AGI), ovvero un'IA con capacità cognitive simili a quelle umane.

Personalmente, trovo questo progetto incredibilmente affascinante. Per anni abbiamo visto l'IA battere i campioni umani in giochi con regole precise come gli scacchi o Go. Ora, stiamo entrando in una nuova era, in cui l'IA non punta a sconfiggerci, ma a collaborare con noi in mondi aperti, caotici e creativi. SIMA 2 ci mostra un futuro in cui gli agenti IA potrebbero diventare veri e propri partner, non solo nei videogiochi, ma anche in compiti complessi del mondo reale. La strada è ancora lunga e le sfide sono enormi, ma la direzione è tracciata. E, a quanto pare, inizia proprio da un controller virtuale e dalla voglia di esplorare un nuovo mondo.