Amici del blog, parliamoci chiaro: il futuro dei soldi è digitale. Ce lo sentiamo ripetere da anni e, tra app di pagamento, carte contactless e acquisti online, lo stiamo già vivendo. Ma all'orizzonte si profila una rivoluzione ancora più grande, targata Francoforte: l'Euro Digitale. Un progetto ambizioso della Banca Centrale Europea (BCE) che promette di affiancare (e non sostituire, ci tengono a precisare) le care vecchie banconote con una versione elettronica, garantita direttamente dall'autorità monetaria europea. Un passo avanti epocale, certo. Ma la domanda fondamentale è: i cittadini lo useranno davvero?
A gettare un po' di pepe sulla discussione, e forse a creare qualche grattacapo ai piani alti della BCE, è arrivata una ricerca tanto vasta quanto illuminante, curata dalla prestigiosa SDA Bocconi School of Management in collaborazione con Revolut, la banca digitale che ha fatto dell'innovazione il suo DNA. I risultati, presentati di recente a Milano e condivisi con la stessa BCE, sono di quelli che fanno riflettere: l'idea di un euro digitale piace, ma non nella sua forma attuale. I cittadini europei, a quanto pare, hanno le idee molto più chiare e radicali di quanto si potesse pensare.
Cosa non convince del progetto attuale della BCE?
Prima di tuffarci nei desideri dei cittadini, cerchiamo di capire qual è il piano ufficiale. L'Euro Digitale, nella visione della BCE, sarebbe una moneta digitale pubblica distribuita attraverso intermediari come le banche commerciali. Questo per non "destabilizzare il sistema bancario", come spiegano gli esperti. Inoltre, per evitare fughe di capitali dai conti correnti tradizionali, si ipotizzano dei limiti di detenzione (si parla di circa 3.000 euro) e di spesa. Insomma, una soluzione prudente, istituzionale e tecnicamente solida. Forse, però, troppo prudente.
Il rischio, evidenziato dalla ricerca, è che un prodotto così concepito risulti poco attraente. Perché un cittadino dovrebbe scegliere l'Euro Digitale se è molto simile agli strumenti che già usa (come carte di debito o app di pagamento), ma con in più delle limitazioni? È qui che lo studio Bocconi-Revolut entra in gioco, proponendo due scenari alternativi che, a quanto pare, hanno fatto breccia nel cuore (e nel portafoglio) degli europei.
Scenario 1: Il "Digital Cash", il contante 2.0 che tutti vorremmo
Immaginate di avere del contante, ma sul vostro smartphone. Soldi emessi e gestiti interamente dalla BCE, senza passare da banche private o altri intermediari. Potreste aprire un portafoglio digitale direttamente presso la banca centrale e usarlo per i vostri pagamenti, senza limiti di importo, proprio come fate oggi con le banconote. Questo è il concetto di Digital Cash, il primo scenario alternativo proposto dalla ricerca.
I vantaggi percepiti dai cittadini sono evidenti:
- Semplicità : Un sistema diretto, pubblico e facile da usare.
- Gratuità : Costi di transazione nulli o quasi, dicendo addio alle commissioni.
- Controllo pubblico: La garanzia di un'istituzione come la BCE infonde maggiore fiducia rispetto agli attori privati.
Questo modello è visto come il sostituto ideale del contante fisico, unendo la praticità del digitale alla sicurezza e all'universalità della moneta pubblica.
Scenario 2: L'"Euro Token", la moneta digitale per il mondo Crypto e DeFi
Il secondo scenario è ancora più audace e strizza l'occhio al futuro della finanza: l'Euro Token. Si tratterebbe di un token digitale basato su una blockchain pubblica, sempre emesso dalla BCE, ma nativamente integrato nell'ecosistema delle criptovalute e della finanza decentralizzata (DeFi).
Questa opzione ha raccolto un enorme consenso, soprattutto per usi non quotidiani. Pensate alla possibilità di effettuare pagamenti peer-to-peer istantanei, di usare contratti intelligenti (smart contracts) per pagamenti automatici e condizionati, o di interagire in modo fluido con il mondo delle cripto-attività . L'Euro Token sarebbe programmabile, pseudonimo (tracciabile ma non direttamente legato all'identità ) e, anche in questo caso, senza limiti di detenzione e con costi irrisori. Una vera e propria porta d'accesso istituzionale e sicura alla nuova frontiera della finanza digitale.
I risultati del sondaggio: una bocciatura per il piano BCE?
La ricerca non si è limitata a ipotesi teoriche. Ha coinvolto oltre 2,3 milioni di clienti Revolut in 27 paesi europei, raccogliendo 17.000 risposte valide. Un campione enorme che dà un peso notevole ai risultati. E il verdetto è stato netto: sia il Digital Cash che l'Euro Token hanno ottenuto un consenso significativamente maggiore rispetto all'attuale proposta di Euro Digitale su tutti gli indicatori misurati, come l'utilità percepita, la semplicità d'uso, la fiducia e l'intenzione di adozione.
Come ha sottolineato Gianmaria Scocca, Responsabile delle filiali europee di Revolut Bank, è cruciale ascoltare le esigenze di tutti, dai cittadini alle banche, per evitare di creare un'infrastruttura inefficace che poi andrebbe modificata in corsa, un po' come è successo con il Green Deal. L'obiettivo deve essere aumentare la concorrenza, ridurre i costi per consumatori e commercianti e, soprattutto, rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa nel settore dei pagamenti, oggi dominato da pochi grandi player internazionali.
Conclusione: un bivio per l'Euro Digitale
Dal mio punto di vista, questa ricerca è un campanello d'allarme che la Banca Centrale Europea non può e non deve ignorare. Il messaggio dei cittadini europei è forte e chiaro: sì all'innovazione, sì alla moneta digitale pubblica, ma che sia un vero passo avanti. Un Euro Digitale troppo timido, troppo simile a ciò che già esiste e imbrigliato dalla necessità di non disturbare gli equilibri esistenti, rischia di essere un'occasione persa, un'infrastruttura costosa e poco utilizzata.
La sfida ora è trovare un equilibrio tra la prudenza istituzionale e il coraggio di innovare davvero. Il Digital Cash e l'Euro Token non sono solo fantasie, ma rappresentano due visioni chiare di ciò che gli utenti desiderano: più semplicità , più controllo pubblico e più integrazione con le tecnologie del futuro. La BCE, che ha avviato la fase di preparazione del progetto a fine 2023 con l'obiettivo di decidere sul da farsi entro la fine del 2025, si trova di fronte a un bivio. Ascoltare la voce dei suoi futuri utilizzatori potrebbe essere la mossa vincente per garantire che l'Euro Digitale non sia solo un progetto tecnicamente solido, ma un successo capace di plasmare il futuro dei pagamenti in Europa e di affermare la nostra sovranità monetaria nell'era digitale. Staremo a vedere quale strada verrà imboccata.