ChatGPT: chi lo usa e come? Sorpresa, l'IA è sempre più "rosa" e personale

Una nuova ricerca di OpenAI e del National Bureau of Economic Research svela i segreti degli utenti di ChatGPT. A sorpresa, la maggioranza è composta da donne e l'utilizzo principale è per scopi personali, non lavorativi. Scopriamo insieme tutti i dettagli di questo affascinante spaccato sul mondo dell'intelligenza artificiale generativa.
La notizia

Ciao a tutti, amici del blog! Scommetto che anche voi, come me, avete passato almeno una volta gli ultimi mesi a "chiacchierare" con ChatGPT. Che sia per chiedere una ricetta al volo, per sistemare una mail di lavoro o semplicemente per curiosità, il chatbot di OpenAI è entrato prepotentemente nelle nostre vite. Ma vi siete mai chiesti chi sono gli altri milioni di persone che lo usano? E soprattutto, come lo usano? Beh, tenetevi forte, perché una nuovissima e super dettagliata ricerca condotta da OpenAI in collaborazione con il prestigioso National Bureau of Economic Research (NBER) ci svela un quadro davvero inaspettato. E la prima, grande notizia è che il mondo dell'IA non è più a trazione maschile!

Il sorpasso è compiuto: le donne conquistano ChatGPT

Partiamo dal dato forse più sorprendente di tutti. Se a gennaio 2024 la percentuale di utenti di sesso femminile si attestava intorno al 37%, a luglio 2025 si è verificato un vero e proprio ribaltone: le donne sono diventate la maggioranza, raggiungendo il 52% del totale degli utilizzatori. Un sorpasso storico che demolisce il vecchio stereotipo della tecnologia come "cosa per uomini" e ci mostra un'intelligenza artificiale sempre più inclusiva e democratica. Questo non è solo un numero, ma il segnale di un cambiamento culturale profondo: l'IA è diventata uno strumento per tutti, capace di rispondere a esigenze diverse e di integrarsi nella vita quotidiana di un pubblico vastissimo e variegato.

Uso personale batte lavoro 3 a 1

Altra grande sorpresa: pensavate che ChatGPT fosse principalmente un assistente per professionisti e sviluppatori? Sbagliato! La ricerca, basata sull'analisi di ben 1,5 milioni di conversazioni, rivela che il 73% degli utenti utilizza il chatbot per scopi personali, contro un modesto 27% che lo impiega in ambito lavorativo. Sembra proprio che l'IA sia diventata una sorta di "amico virtuale" o consulente personale a cui chiedere consigli pratici, spunti creativi e informazioni di ogni tipo. Questo segna una netta discontinuità rispetto ai primi tempi, quando l'uso era più concentrato su task professionali.

Cosa chiediamo a ChatGPT? Guida pratica, informazioni e scrittura

Ma entriamo nel dettaglio. Cosa scriviamo in quella piccola barra di testo? Lo studio ha identificato tre macro-categorie che, da sole, coprono quasi i tre quarti di tutte le interazioni:

  • Guida pratica: Questa è la categoria regina, con circa il 29% delle conversazioni. Qui dentro c'è di tutto: richieste di consigli, tutoraggio per imparare qualcosa di nuovo, idee creative per un hobby o per risolvere un piccolo problema quotidiano.
  • Ricerca di informazioni: Al secondo posto, con il 24%, troviamo la sete di conoscenza. Usiamo ChatGPT come un motore di ricerca evoluto, capace di darci risposte concise e contestualizzate su qualsiasi argomento.
  • Scrittura: Medaglia di bronzo per la scrittura, che si attesta anch'essa intorno al 24%. Attenzione però: non si tratta tanto di creare testi da zero, quanto di migliorare, correggere, tradurre o riassumere materiale già esistente.

E sul lavoro? L'IA è un assistente, non un sostituto

Anche se l'uso personale domina, ChatGPT si conferma un alleato prezioso in ufficio. In ambito professionale, la scrittura è l'attività principale, rappresentando il 40% dei messaggi. Tuttavia, come accennato, il chatbot viene usato più come uno strumento di supporto per affinare e perfezionare il proprio lavoro, che come un automa a cui delegare interamente un compito. Questo suggerisce che, almeno per ora, l'intelligenza artificiale è vista come un potenziatore della produttività umana, un copilota che ci aiuta a lavorare meglio e più in fretta, piuttosto che un rimpiazzo. Un dato interessante è che le donne tendono a usare l'IA per guida pratica e assistenza alla scrittura, mentre gli uomini si concentrano più su questioni tecniche e multimedia.

Un fenomeno sempre più globale e giovane

La ricerca non si è fermata qui, ma ha analizzato anche la diffusione geografica e demografica del fenomeno. E i risultati sono entusiasmanti. A luglio 2025, la base di utenti di ChatGPT ha raggiunto la cifra impressionante del 10% della popolazione adulta globale, con circa 700 milioni di utenti attivi a settimana. Ma il dato più incoraggiante è la crescita rapidissima nei paesi a basso e medio reddito. A maggio 2025, il tasso di adozione in queste aree era quattro volte superiore a quello dei paesi più ricchi. Questo conferma la volontà di OpenAI di rendere l'accesso all'IA un "diritto fondamentale" per tutti. Per quanto riguarda l'età, i più attivi sono i giovani, in particolare la fascia tra i 18 e i 25 anni, che costituisce quasi la metà delle conversazioni analizzate.

Chiedere, Fare, Esprimere: i tre volti dell'interazione

Per avere una visione ancora più ampia, i ricercatori hanno raggruppato le interazioni in tre macro-aree concettuali: "chiedere", "fare" ed "esprimere". A luglio, quasi la metà di tutte le conversazioni rientrava nella categoria del "chiedere", a riprova del fatto che vediamo ChatGPT soprattutto come un consulente o un esperto a cui rivolgerci. Nelle interazioni lavorative, invece, prevale nettamente il "fare", ovvero l'esecuzione di compiti specifici e concreti. Le attività legate all'"esprimere", come la creatività pura, restano per ora più di nicchia.

Conclusione: uno specchio della nostra curiosità

Cosa ci dice, in fondo, questa ricerca? Ci dice che l'intelligenza artificiale non è più un'entità fredda e distante, ma uno strumento che si sta plasmando a nostra immagine e somiglianza. Il boom dell'utenza femminile, la prevalenza dell'uso personale e la natura delle nostre domande rivelano un desiderio profondo di apprendere, migliorare e semplificare la nostra vita quotidiana. ChatGPT sta diventando uno specchio della nostra curiosità, un compagno digitale che ci aiuta a navigare la complessità del mondo. Certo, le sfide etiche e le domande sul futuro del lavoro rimangono aperte, ma una cosa è certa: la rivoluzione dell'IA è appena iniziata e, a quanto pare, sarà molto più umana e personale di quanto avremmo mai immaginato.