Alibaba lancia Qwen: il chatbot che sfida ChatGPT e accende la Silicon Valley

Il gigante cinese dell'e-commerce, Alibaba, ha appena lanciato una versione tutta nuova del suo chatbot basato sull'intelligenza artificiale, chiamato Qwen. Sostituendo la precedente app Tongyi, Qwen si propone come un diretto concorrente di ChatGPT di OpenAI, segnando un passo cruciale nella corsa globale all'IA. Con un approccio open source e una crescita dei ricavi da capogiro, Alibaba non nasconde le sue ambizioni. Ma la strada è spianata o ci sono ostacoli, anche geopolitici, all'orizzonte?
La notizia

Amici del web e appassionati di tecnologia, tenetevi forte! Dalla Cina arriva una notizia che sta facendo tremare i polsi ai colossi della Silicon Valley. Alibaba, il gigante dell'e-commerce fondato dal leggendario Jack Ma, ha deciso di fare sul serio nel campo dell'intelligenza artificiale, lanciando un'offensiva enon indifferente. Il campo di battaglia? Quello dei chatbot, dove finora sembrava regnare incontrastato ChatGPT di OpenAI.

Da pochi giorni, infatti, sugli app store di Android e Apple è sbarcata una nuova applicazione: Qwen. Non si tratta di un nome completamente nuovo per gli addetti ai lavori, ma di un profondo rinnovamento del precedente chatbot di Alibaba, conosciuto come Tongyi. Ma attenzione, non è solo un cambio di nome o un semplice restyling. È una dichiarazione di guerra, un guanto di sfida lanciato direttamente ai big americani.

Cosa rende Qwen così speciale?

Alibaba descrive Qwen come "il più potente assistente AI ufficiale per i suoi modelli" e il principale punto di accesso per provare la tecnologia più avanzata del suo modello linguistico, anch'esso chiamato Qwen. In pratica, l'azienda di Hangzhou sta mettendo a disposizione di tutti il suo gioiello tecnologico, con l'obiettivo di accelerare l'adozione dell'IA cinese sia in patria che all'estero. La mossa è chiara: dimostrare che la Cina non è più solo un inseguitore, ma un vero e proprio protagonista nell'innovazione tecnologica.

Una delle caratteristiche più interessanti della strategia di Alibaba è la sua filosofia open source. A differenza di molti concorrenti occidentali che tengono i loro algoritmi ben chiusi, Alibaba ha reso i suoi modelli Qwen disponibili a sviluppatori di terze parti. Questo significa che chiunque può utilizzarli, modificarli e distribuirli. Una mossa che ha già dato i suoi frutti, favorendo la nascita di un vivace ecosistema di startup cinesi dell'IA, tra cui spiccano nomi come DeepSeek e Moonshot AI, che stanno a loro volta spaventando i mercati internazionali con modelli performanti a costi contenuti.

Una crescita che non conosce sosta

I numeri, d'altronde, parlano chiaro. Per l'ottavo trimestre consecutivo, Alibaba ha registrato una crescita a tre cifre (cioè superiore al 100%!) dei ricavi provenienti dai suoi prodotti legati all'intelligenza artificiale. Questo dato impressionante, relativo al trimestre conclusosi a giugno, dimostra come la scommessa sull'IA stia già pagando dividendi importanti. La domanda di soluzioni intelligenti in Cina è in piena espansione e Alibaba si sta posizionando come fornitore leader non solo per l'e-commerce, ma per un'ampia gamma di settori industriali.

Le ombre della geopolitica

Come spesso accade quando la tecnologia si intreccia con gli equilibri globali, non mancano le tensioni. Proprio in questi giorni, un articolo del Financial Times ha acceso i riflettori su presunti legami tra Alibaba e l'esercito cinese. Citando un memo declassificato della Casa Bianca, il quotidiano ha riportato che l'azienda avrebbe fornito capacità tecnologiche che minaccerebbero la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

La risposta di Alibaba non si è fatta attendere ed è stata durissima. L'azienda ha bollato le accuse come "completamente false", definendo l'articolo una "operazione di pubbliche relazioni maligna" orchestrata per minare i recenti accordi commerciali. Una vicenda intricata che, al di là della veridicità delle accuse, dimostra quanto sia alta la posta in gioco nella competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina.

Conclusione: una nuova era per l'IA?

Al di là delle polemiche, il lancio di Qwen segna un punto di svolta. Dimostra che la corsa all'intelligenza artificiale è più aperta che mai e che nuovi attori potenti sono pronti a sfidare lo status quo. L'approccio open source di Alibaba potrebbe rivelarsi una carta vincente, in grado di accelerare l'innovazione e creare un ecosistema alternativo a quello dominato dalla Silicon Valley. Sarà interessante vedere come reagiranno OpenAI, Google e gli altri colossi americani. Quello che è certo è che noi utenti finali potremmo essere i veri vincitori di questa competizione, beneficiando di tecnologie sempre più potenti, accessibili e, si spera, utilizzate per il bene comune. La sfida è lanciata, e il futuro dell'IA si preannuncia a dir poco entusiasmante.