A Torino Nasce Campus Grapes: La Prima Vigna Urbana Hi-Tech al Mondo che Unisce Natura e Innovazione

Inaugurata al Politecnico di Torino la rivoluzionaria vigna urbana "Campus Grapes". Un progetto unico nel suo genere, ideato dalla startup Citiculture, che trasforma 1.000 metri quadri del campus in un laboratorio a cielo aperto. Tra filari di viti e sensori avanzati, si sperimenta il futuro della viticoltura sostenibile, unendo ricerca, didattica e un forte impatto sulla comunità.
La notizia

Un'inaugurazione che profuma di futuro e di mosto

Immaginate di passeggiare in un campus universitario e, tra un'aula e l'altra, ritrovarvi immersi in una vigna. Non una vigna qualsiasi, ma la prima vigna urbana hi-tech al mondo. Sembra la scena di un film futuristico, e invece è la splendida realtà inaugurata oggi al Politecnico di Torino. Si chiama Campus Grapes ed è un progetto che sta già facendo parlare di sé a livello internazionale, unendo in modo sorprendente la tradizione agricola del nostro paese con l'innovazione tecnologica più spinta. Su una superficie di circa 1.000 metri quadri, 700 viti in vaso sono diventate le nuove "studentesse" dell'ateneo, pronte a essere studiate, coccolate e a insegnarci come rendere le nostre città più verdi e intelligenti.

L'idea, tanto semplice quanto geniale, è della startup torinese Citiculture, fondata da Luca Balbiano, che ha visto nel cuore pulsante dell'innovazione accademica il luogo perfetto per far germogliare un sogno. Un sogno che, come vedremo, è diventato realtà grazie a una straordinaria sinergia tra atenei, istituzioni pubbliche e aziende illuminate del territorio.

Un parterre de rois per un progetto visionario

A testimoniare l'importanza dell'evento, la cerimonia di inaugurazione ha visto la partecipazione di figure di spicco del panorama istituzionale e imprenditoriale. A fare gli onori di casa c'era ovviamente il Rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, che ha sottolineato con orgoglio come Campus Grapes sia un "esempio di interdisciplinarietà e innovazione applicata al territorio". E non era solo. Al suo fianco, a celebrare questo momento storico, erano presenti il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l'Assessore al Commercio della Città di Torino, Paolo Chiavarino, il Presidente dell'Unione Industriali Torino, Marco Gay, e il Vicepresidente di Lavazza, Marco Lavazza. La loro presenza non è stata solo formale, ma ha rappresentato il suggello di un'alleanza strategica che vede nell'innovazione sostenibile una leva fondamentale per il futuro di Torino e del Piemonte.

Ma come funziona esattamente una vigna hi-tech?

Dimenticate l'immagine romantica del contadino con la zappa. O meglio, tenetela nel cuore, ma aggiungeteci un bel po' di tecnologia 4.0. Campus Grapes è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove nulla è lasciato al caso. Ecco alcune delle tecnologie che rendono questa vigna unica:

  • Sensoristica avanzata: dei sensori "indossabili" monitorano costantemente la salute di ogni singola pianta, controllando parametri vitali come lo stress idrico e le necessità nutritive.
  • Irrigazione di precisione: grazie ai dati raccolti dai sensori, un sistema di irrigazione automatico fornisce a ogni vite esattamente la quantità d'acqua di cui ha bisogno, evitando sprechi e ottimizzando le risorse.
  • Monitoraggio ambientale: la vigna non solo produce uva, ma studia anche l'ambiente circostante. Delle centraline analizzano la qualità dell'aria, con un'attenzione particolare alla quantità di CO2 assorbita dalle piante, contribuendo a misurare l'impatto positivo del verde in città.
  • Sperimentazione agronomica: la coltivazione in vaso permette un controllo ottimale delle condizioni di crescita, consentendo di sperimentare diversi sistemi di allevamento e varietà di viti per capire quali si adattano meglio al contesto urbano.

Tutto questo fa parte del più ampio piano "Nature Based Solutions" del Politecnico, che mira a trovare soluzioni concrete e basate sulla natura per affrontare le sfide del cambiamento climatico.

Non solo ricerca, ma anche formazione e comunità

Campus Grapes non sarà una cattedrale nel deserto accessibile solo a pochi scienziati. Al contrario, nasce con una forte vocazione didattica e sociale. Diventerà un hub per la formazione avanzata in Agritech, strettamente connesso alla nuova laurea magistrale in "Agritech Engineering" del Politecnico. Studenti, ricercatori e cittadini potranno frequentare laboratori, percorsi formativi e utilizzare gli spazi di co-working che verranno creati attorno alla vigna. L'obiettivo è creare un ecosistema vibrante dove far nascere nuove idee e startup innovative.

Il progetto ha anche una forte dimensione partecipativa. La prima fase di realizzazione è stata possibile grazie a una campagna di crowdfunding che ha superato i 100mila euro, con il contributo di 13 aziende sponsor e tantissimi cittadini che hanno creduto nell'iniziativa. E non è finita qui: a breve partirà una seconda fase di raccolta fondi per completare le infrastrutture e rendere lo spazio ancora più accogliente e funzionale per tutti.

Un modello per il futuro delle città

L'ambizione di Campus Grapes non si ferma ai confini del Politecnico. Il progetto, che è entrato ufficialmente a far parte della prestigiosa Urban Vineyards Association (U.V.A.), punta a diventare un modello replicabile in altre città italiane e del mondo. Dimostra concretamente come sia possibile reintrodurre la natura nei contesti urbani, non solo con un fine estetico, ma come strumento attivo per migliorare la qualità dell'aria, aumentare la biodiversità, creare nuove economie e rafforzare il senso di comunità.

Conclusione: un brindisi all'intelligenza collettiva

Personalmente, trovo che Campus Grapes sia una di quelle notizie che scaldano il cuore e aprono la mente. In un'epoca in cui si parla tanto di sostenibilità e transizione digitale, spesso con concetti astratti, qui a Torino abbiamo un esempio tangibile e meraviglioso di cosa significhi mettere davvero a sistema le migliori energie di un territorio. Vedere l'università, le imprese, le istituzioni e i cittadini collaborare per un obiettivo comune così innovativo è la più bella metafora di una "coltivazione" riuscita: quella dell'intelligenza collettiva. Non ci resta che attendere il primo raccolto e brindare, magari proprio con un calice di "Poli-vino", al futuro che, grazie a progetti come questo, sembra un po' più verde e promettente.