Ciao a tutti amici e benvenuti alla nostra recensione completa del Google Pixel 10! Ogni anno, l'uscita di un nuovo Pixel è un momento speciale per chi ama il mondo Android nella sua forma più pura, e quest'anno le aspettative erano altissime. Google ha finalmente introdotto un teleobiettivo anche sul modello base, rispondendo a una delle richieste più sentite dagli utenti, e ha potenziato il tutto con il nuovo processore Tensor G5, progettato su misura per sfruttare al massimo l'intelligenza artificiale di Gemini. Ma come si traducono queste novità nell'uso di tutti i giorni? Scopriamolo insieme.
Design e Display: una piacevole conferma
A un primo sguardo, il Google Pixel 10 affina il design già apprezzato del suo predecessore. La caratteristica "camera bar" è ancora lì, ma ora ospita tre sensori fotografici. Il frame in alluminio con finitura opaca e il vetro Gorilla Glass Victus sul fronte e sul retro conferiscono una sensazione decisamente premium al tatto. Le dimensioni sono maneggevoli, con un display da 6,3 pollici che lo rende comodo da usare anche con una mano sola.
Il pannello è un ottimo OLED "Actua Display" con risoluzione Full HD+ (1080 x 2424 pixel) e frequenza di aggiornamento a 120Hz. La luminosità è elevata, raggiungendo picchi notevoli che garantiscono un'ottima visibilità anche sotto la luce diretta del sole. C'è da dire, però, che non si tratta di un pannello LTPO come sui modelli Pro: questo significa che la frequenza di aggiornamento può variare solo tra 60 e 120 Hz, senza scendere a valori inferiori per risparmiare batteria con contenuti statici. Una piccola rinuncia, ma nell'uso quotidiano la fluidità è comunque eccellente e la qualità visiva rimane di altissimo livello.
Il cuore pulsante: Tensor G5 e l'IA di Gemini
La vera magia dei Pixel, si sa, sta nel software e nell'integrazione con l'hardware. Il nuovo chip Google Tensor G5, realizzato per la prima volta da TSMC con processo a 3nm, rappresenta un passo avanti importante. Sebbene nei benchmark puri non raggiunga la potenza bruta dei chip concorrenti di Apple o Qualcomm, la sua forza sta altrove. Google lo ha progettato specificamente per l'intelligenza artificiale e il machine learning, e si vede. Le temperature sono meglio gestite rispetto al passato e i consumi in standby sono ridotti al minimo.
Questo si traduce in un'esperienza utente fluidissima e in funzionalità esclusive basate su Gemini, l'assistente AI di Google. Ora Gemini è ancora più integrato nel sistema: può analizzare ciò che vedi sullo schermo per darti informazioni contestuali, aiutarti a scrivere email, riassumere testi e molto altro. Le funzioni di fotoritocco, come la Gomma Magica, sono più veloci e precise che mai. L'esperienza software offerta da Google è pulita, intelligente e supportata da ben 7 anni di aggiornamenti, un valore aggiunto non da poco.
Tuttavia, c'è un "ma". Alcune delle funzioni AI più complesse e l'elaborazione di modelli linguistici pesanti risultano più lente rispetto ai top di gamma concorrenti, evidenziando come il Tensor G5 sia più un maratoneta dell'efficienza che uno scattista della potenza pura.
Comparto Fotografico: luci e ombre di una scelta coraggiosa
Qui arriviamo al punto più controverso e interessante del Pixel 10. Per la prima volta, il modello base ha una tripla fotocamera che include un teleobiettivo con zoom ottico 5x. Questa è una notizia fantastica che aumenta enormemente la versatilità fotografica, permettendo scatti a distanza di ottima qualità che prima erano un'esclusiva dei modelli Pro. Lo zoom digitale arriva fino a 20x con risultati più che discreti.
La mossa di Google, però, ha comportato un compromesso. Per mantenere il prezzo competitivo, i sensori della fotocamera principale e di quella ultra-grandangolare sono stati ereditati dal modello di fascia più bassa della precedente generazione, il Pixel 9a. Questo significa che, sulla carta, sono meno performanti rispetto a quelli del Pixel 9. E nell'uso pratico? Grazie alla straordinaria elaborazione software di Google, le foto di giorno sono quasi indistinguibili da quelle dei top di gamma: colori brillanti, grande dettaglio e la solita, fantastica gestione dell'HDR. Quando la luce cala, però, il sensore principale più piccolo mostra qualche limite in più rispetto al suo predecessore, pur mantenendo un livello qualitativo molto alto.
Anche sui video ci sono delle limitazioni: per sfruttare tutti e tre i sensori durante la registrazione è necessario scendere al 4K a 30fps, dato che a 60fps non è possibile passare all'ultra-wide o al teleobiettivo. Una scelta un po' strana che speriamo venga risolta con futuri aggiornamenti.
Autonomia: si arriva a sera senza problemi
La batteria del Google Pixel 10 ha una capacità di circa 4970 mAh, un leggero aumento rispetto al modello precedente. Grazie all'efficienza del nuovo processore Tensor G5, l'autonomia è solida. Con un uso medio si arriva tranquillamente a fine giornata con ancora un po' di carica residua. Google dichiara "oltre 24 ore di autonomia", un dato che nei nostri test si è rivelato realistico. La velocità di ricarica via cavo sale a 30W, non un fulmine ma sufficiente per ottenere circa il 50% di carica in mezz'ora. È presente anche la ricarica wireless, ora compatibile con lo standard Qi2, che di fatto introduce un sistema magnetico simile al MagSafe di Apple, chiamato "Pixelsnap".
Conclusione: un geniale equilibrio di compromessi
Il Google Pixel 10 è uno smartphone affascinante e, per certi versi, geniale. È il perfetto antagonista dell'iPhone base, offrendo una completezza hardware e software difficile da battere. L'aggiunta del teleobiettivo 5x è un enorme passo avanti che cambia le carte in tavola per la fotografia nella sua fascia di mercato. L'esperienza d'uso è fluida, piacevole e arricchita da un'intelligenza artificiale davvero utile, il tutto supportato da una politica di aggiornamenti a lungo termine che è un vero punto di forza.
Tuttavia, è anche un telefono di compromessi calcolati. La scelta di utilizzare sensori fotografici (principale e ultra-wide) meno pregiati rispetto al predecessore per far spazio al teleobiettivo è una scommessa. Una scommessa che, grazie alla magia del software Google, è in gran parte vinta, ma che potrebbe far storcere il naso agli utenti più attenti alle specifiche tecniche. Se cercate la migliore esperienza fotografica "punta e scatta" con la massima versatilità, un software intelligente e aggiornamenti garantiti per anni, il Pixel 10 è una scelta eccellente e quasi imbattibile. Se invece per voi contano solo la potenza bruta e le specifiche hardware al top, potreste voler guardare altrove.

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