Unboxing e Prime Impressioni: Cosa c'è nella Scatola?
Appena aperta la confezione della Console di gioco portatile retrò R36MAX, l'impatto è quello tipico di un prodotto che punta tutto sulla sostanza e meno sulla forma. All'interno, oltre alla console, troviamo un cavo di ricarica USB Type-C, una pellicola protettiva per lo schermo e una pratica borsetta per il trasporto, accessori sempre graditi. La console si presenta con un design verticale e forme arrotondate sul retro, pensate per migliorare l'ergonomia. I materiali sono plastici, come c'era da aspettarsi in questa fascia di mercato, ma l'assemblaggio generale risulta solido e privo di scricchiolii preoccupanti. Le scelte stilistiche, come i tasti start/select a forma di cuore e una griglia per l'altoparlante che ricorda un campo da calcio, sono decisamente particolari e potrebbero non piacere a tutti.
Display e Controlli: Il Cuore dell'Esperienza di Gioco
Il display è uno degli elementi più interessanti di questa R36MAX. Si tratta di un pannello IPS da 4 pollici con un rapporto d'aspetto 1:1 e una risoluzione di 720x720 pixel. Questa scelta, sebbene inusuale, si rivela azzeccata per molti sistemi retrò, specialmente per le console portatili come il Game Boy o per i giochi arcade verticali, offrendo un'immagine nitida e dai colori vivaci. La laminazione completa OCA riduce i riflessi e migliora la qualità visiva complessiva.
Passando ai controlli, la dotazione è completa: un D-Pad, una pulsantiera ABXY, due stick analogici cliccabili, i pulsanti start e select, un tasto funzione e quattro grilletti dorsali (L1/R1, L2/R2). Gli stick analogici sono una gradita aggiunta che espande la compatibilità a giochi per PlayStation 1 e Nintendo 64. Tuttavia, la qualità dei controlli è mista. Mentre il D-Pad e i pulsanti frontali fanno il loro dovere, i grilletti posteriori risultano un po' "gommosi" e non offrono il miglior feedback tattile. L'ergonomia, nonostante le "gobbe" posteriori, può risultare affaticante durante sessioni di gioco prolungate, soprattutto per chi ha mani grandi.
Hardware e Prestazioni di Emulazione: Fino a Dove si Spinge?
Sotto la scocca, la R36MAX monta un processore RockChip RK3326, un quad-core ARM Cortex-A35 con una GPU Mali-G31MP2, affiancato da 1GB di RAM DDR3. Si tratta di un chipset datato ma ben collaudato nel mondo delle console retrò economiche. Queste specifiche si traducono in ottime prestazioni per i sistemi a 8 e 16 bit (NES, SNES, Mega Drive, Game Boy, Game Boy Advance), che girano in modo impeccabile.
Le cose si fanno più complesse con le console più potenti. La PlayStation 1 è generalmente ben emulata, con la maggior parte dei titoli che risultano fluidi e giocabili. Anche il Nintendo 64 offre risultati discreti, sebbene i giochi più esigenti possano mostrare qualche rallentamento. La vera sfida è rappresentata dalla PSP: titoli leggeri o in 2D possono funzionare, ma i giochi 3D più pesanti, come God of War, faticano a raggiungere un framerate accettabile, rendendo l'esperienza poco godibile. È importante sottolineare che la console arriva con una scheda SD precaricata con migliaia di giochi (si parla di oltre 18.000), ma la qualità di queste ROM è spesso discutibile, con duplicati e versioni in lingue diverse. Per un'esperienza ottimale, è consigliabile sostituire la scheda SD di serie con una di marca e curare personalmente la propria libreria di giochi.
Software, Batteria e ConnettivitÃ
La R36MAX utilizza un sistema operativo basato su Linux open source, che offre una buona flessibilità e la possibilità di installare firmware personalizzati come ArkOS o Rocknix per migliorare le prestazioni e l'interfaccia utente. L'interfaccia di base è funzionale ma non particolarmente accattivante. La batteria integrata da 4000 mAh garantisce un'autonomia discreta, attestandosi intorno alle 5-6 ore di gioco a seconda del sistema emulato e della luminosità dello schermo. La ricarica avviene tramite la porta USB-C. Per quanto riguarda la connettività , la console è dotata di un jack per cuffie da 3.5mm e di una porta OTG, ma purtroppo mancano sia il Wi-Fi che il Bluetooth, una limitazione da considerare se si desidera giocare in multiplayer o utilizzare cuffie senza fili.
Conclusione: Il Verdetto Finale sulla R36MAX
La Console di gioco portatile retrò R36MAX si posiziona come un'opzione interessante nel mercato super affollato delle console per il retrogaming a basso costo. Il suo punto di forza principale è l'eccellente rapporto qualità -prezzo, offrendo un'esperienza di gioco più che dignitosa per un'ampia gamma di sistemi classici, fino alla generazione della PlayStation 1. Lo schermo 1:1 è una scelta particolare ma efficace per molti titoli retrò. Tuttavia, non è esente da difetti: il chipset RK3326 mostra i suoi limiti con i sistemi più esigenti come la PSP, l'ergonomia non è perfetta per tutti e l'assenza di Wi-Fi e Bluetooth si fa sentire. In definitiva, la R36MAX è una scelta consigliata per chi si avvicina per la prima volta al mondo dell'emulazione portatile o per chi cerca un secondo dispositivo "da battaglia" senza troppe pretese, ma i giocatori più esigenti potrebbero voler guardare a modelli con hardware più performante.

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